Questo sabato sono stato all’ inaugurazione di Fotografica ’18 Festival di fotografia a Bergamo. Una mostra ospitata in una location unica nel suo genere: il Monastero del Carmine, magnifico edificio risalente al quindicesimo secolo e ubicato a Bergamo Alta.
Questa è la seconda edizione del Festival, che vuole raccontare, attraverso il linguaggio fotografico la realtà in cui siamo immersi come esseri umani. In questa seconda edizione il tema conduttore è la sostenibilità dell’ ambiente che, messo sotto pressione dalle attività umane, appare sempre più fragile. La rassegna di questa edizione è intitolata ” Equilibrio sottile.La Terra oggi per un futuro domani.” porta quindi l’attenzione sul processo di degrado, difficilmente arrestabile, dovuto all’azione dell’uomo.
Undici gli artisti ospitati, tra i quali spicca il nome di Gianni Berengo Gardin, che espone il suo reportage sulle grandi navi che invadono Venezia. Realizzato tra il 2013 e il 2014 è una vera e propria denuncia contro un’ abitudine che oltre a lordare uno dei più bei paesaggi mondiali mette a repentaglio una città dall’equilibrio delicatissimo. Per chi fosse interessato il 9 novembre alle ore 21 sarà proiettato, presso il Seminarino in Vicolo Seminarino, 10 (Bergamo Alta), il film “Gianni Berengo Gardin my life in a click” di Max Losito.
Molto interessanti tutti i progetti fotografici.
Alessandro Grassani con le sue stampe enormi racconta la vita dei rifugiati, profughi e migranti ambientali che vivono ai margini della società. Tre le zone interessate dalla sua ricerca: il Bangladesh, il Kenya e la Mongolia.
Andrea Frazzetta, ha raccontato con le sue suggestive immagini un mondo ai limiti del reale. La regione del Danakil un deserto di sale circondato da vulcani, un luogo inospitale, forse il più caldo del globo, dove le popolazioni locali estraggono e commerciano questo minerale come facevano ancora i loro antenati. Andrea è contributor del The New York Times Magazine che gli ha commissionato il lavoro da cui prendono origine la selezione delle foto esposte alla mostra.
Luca Locatelli ci mostra l’Olanda e le sue avveniristiche coltivazioni in serre senza terra.
Fabio Cuttica mette in risalto le conseguenze della deforestazione della foresta Amazzonica peruviana.
Jessica Bizzoni con un originale progetto analizza le conseguenze del inquinamento luminoso, sempre più sviluppato e invasivo, sulla salute e i bioritmi umani e della natura in generale.
Fausto Padovini fotografa l’Etiopia e la Valle dell ‘Omo con i suoi abitanti che, a causa della costruzione di un enorme diga, si vedono coinvolti passivamente in un cambiamento che sta stravolgendo la loro cultura e economia.
Parlano di riscaldamento globale invece le foto della rassegna curata da Dennis Curti e da Marina Aliverti dal titolo “Artico.Ultima frontiera”. Circa sessanta foto riprese in Groenlandia, Siberia e Islanda da tre grandi fotografi di reportage: Ragnar Axelsson, Carsten Egevang e Paolo Solari Bozz